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Sesklo e Dimini, due villaggi a pochi chilometri dalla citta' di Volos. Le testimonianze piu' antiche della presenza umana in queste zone risalgono sino al Paleolitico Superiore (40.000 anni fa), ma e' tra il V e il III millennio a.C. che la regione assume un ruolo determinante nello sviluppo della civilta' Neolitica di tutta l' area dell' Egeo e dei Balcani. E' infatti in questo periodo che la Tessaglia, abitata da una popolazione "pelasgica" di origine anatolica, diventa il crocevia, il punto di passaggio obbligato per le correnti culturali, dall' Asia Minore alla Grecia, dai Balcani verso il Mediterraneo, |
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![]() Dimini: la collina con l' Acropoli. Caratteristiche di tutte le regioni intorno al Mediterraneo Orientale, queste colline di rovine, (chiamate, a seconda dei posti tell, petromaghoula,tumba), offrono agli studiosi di oggi la possibilita' di abbracciare in un solo colpo d'occhio la successione delle diverse epoche storiche: i nuovi occupanti costruivano sulle macerie ( e i cocci) degli abitati precedenti. |
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Questa e' la pianta dell' Acropoli di Dimini: sono evidenziati tridimensionalmente solo il megaron principale (la costruzione piu'antica, 3000 a.C. circa) con accanto alla sinistra un' aggiunta posteriore,![]() |
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I megara di Dimini Vista verso nord del megaron principale (sotto) con al centro il focolare, e accanto la stanza piu' piccola di costruzione posteriore. |
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La tholos micenea. All'interno su di un lato, attaccata alla parete, una sepoltura, probabilmente regale, con suppellettili. Come fattomi notare dal Dr. Yannis, uno studioso della materia, che mi accompagnava nella visita, proprio al centro della tholos si nota un curioso e intenso fenomeno di riverbero acustico, non si sa se voluto o casuale. Puo' essere che gia' in epoca micenea i Greci avessero fatto "studi" sulla diffusione del suono? La cosa trovera' applicazioni meravigliose in epoca classica nella costruzione dei teatri. |
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Nella stesura di questa pagina mi sono servito di argomenti e altro materiale tratto dal libro di P.Demargne ( |
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nota: Sesklo e Dimini appartengono in effetti a due realta' diverse: piu' antica la cultura di Sesklo (5300-4400 a.C.) sembra sia stata distrutta proprio dalla cultura di Dimini (4300-3800 a.C.), proveniente dall' Anatolia (Hacilar). Tuttavia ambo le culture trovarono una prosecuzione ad occidente prima nei Balcani e poi nell' Italia del sud (Serra d' Alto) e nel Mediterraneo Occidentale.
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Giasone: Giasone era il figlio del re di Iolco Esone. Lo zio di Giasone Pelia aveva usurpato il trono con la scusa della minore eta' di Giasone, Divenuto adulto, a Giasone che era tornato a Iolco per ottenere il trono, Pelia impose come condizione che gli venisse portato il Vello d'oro, la pelliccia di un ariete consacrata al Dio Ares e affidata al re Eeta della Colchide sul Mar Nero orientale (odierna Georgia). (Per inciso sembra che l'uso di raccogliere la polvere d'oro dai fiumi con l'aiuto di pelli di animali sia ancora in uso in quella regione). Cosi' Giasone a bordo della nave Argo e con i suoi compagni (gli Argonauti) giunse nella Colchide e, anche con la collaborazione della figlia di Eeta, Medea, riusci' a rubare il Vello. Ma tornato in patria con Medea ora sua compagna, Pelia ancora si rifiutava di cedere il potere. Medea uccise Pelia ma i due dovettero fuggire a Corinto dove pero' Giasone ripudio' Medea per un altra donna. Medea si vendico' uccidendo la donna e i due figli che aveva avuto da Giasone. Questi si impicco' ad una trave della sua nave. Medea fugge poi sul carro del Sole alla corte del re ateniese Egeo. Questo il dramma raccontato da Euripide nella sua tragedia "Medea", ma il mito venne ripreso da molti altri autori greci, latini e anche moderni. |