Omero e i suoi predecessori hanno adoperato per la loro poesia l' esametro. Si tratta di un verso molto comune nella Poesia Epica e ha una tradizione molto antica nella cultura indoeuropea: è stata adoperato anche dalla antica poesia indiana (in sanscrito).
Il concetto su cui si basa questo tipo di verso è differente da quello adoperato attualmente nella maggior parte delle culture occidentali: il nostro ritmo è basato sulla successione degli accenti tonici delle diverse parole che compongono il verso, mentre per la poesia antica il ritmo era dato dalla successione di sillabe lunghe o brevi, a seconda che la vocale contenuta nella sillaba fosse lunga o breve oppure la vocale fosse seguita da due o più consonanti. L' idea di una vocale lunga o breve è un concetto difficile da capire, specialmente per i popoli latini che hanno perso completamente la nozione di lunghezza di una vocale, però anche popolazioni che ancora notano queste differenze come i popoli anglosassoni o germanici, non adoperano più questa particolarità a fini compositivi.
L'esametro è composto da dattili  oppure da spondei  . In un esametro vi sono 5 dattili o spondei e l'ultimo membro del verso può essere uno spondeo oppure avere l'ultima sillaba breve e chiamarsi trocheo. L'accento risiede sempre sulla prima sillaba di ogni elemento e il verso risulta così scandito:

Questa suddivisione del verso è sempre stata molto rigorosa, per quanto ne sappia, ed ogni alterazione sia delle lunghezze che del numero di sillabe significherebbe come "andare fuori ritmo" in una canzone.
Il problema per quanto riguarda Omero è che a volte si trovano versi che non sono "in regola": cito due versi riportati da J.Latacz, il primo in Il.XXII,25 e il secondo in Il.II,651:


ton d' ho ge-ron Pri-a-mos pro-to si-de - noph-thal - moi-si

e il vecchio Priamo per primo lo vide con gli occhi


Me-ri-o-ne sa-ta-lan-to sE-ny-a-li-o an-drei-phon-te

e Merione simile a Enialio massacratore

Ambedue gli esametri sono apparentemente errati nella composizione: è impossibile ricostruire un qualsiasi schema che conduca ad una giusta scansione metrica. Ed è qui che si affaccia il problema del substrato dei Poemi omerici. La spiegazione più semplice è che questi versi venissero già recitati da centinaia di anni: il Poeta del momento ha continuato ad adattarli ad una lingua che man mano si evolveva, ma alcuni versi, probabilmente per la loro celebrità, "dovevano" essere conservati. Non si sa a quali artifici vocali si ricorresse per ovviare a questi errori di metrica: formalmente il verso aveva un aspetto moderno. Qui sotto una -supposta- versione originale arcaica:



Specialmente il secondo verso in B1 sarebbe molto antico: secondo gli studiosi la lingua greca avrebbe assunto queste forme, un r vocalico, al più tardi nel XV secolo a.C..A conferma di ciò il nome di Merione, eroe che viene da Creta, ha una buona traduzione hurrita in mariannu = giovane guerriero (confronta sanscrito marya = giovane uomo), ossia il nome potrebbe risalire ai tempi della conquista micenea di Creta. In contraddizione a ciò il nome di Enyalio viene indicato dai commentatori di Omero come un appellativo di Ares (Marte) mentre da una tavoletta di offerte in Lineare B (KN V 52) sembra essere stato in epoca micenea una divinità ancora indipendente confusasi solo in tempi più tardi (quando ?) con Ares, essendo Ares menzionato nella stessa tavoletta separatamente. In altre parole: il verso è antico ma la visione religiosa di Omero sarebbe già moderna. La conservazione di questi e altri versi arcaici poi confuterebbe la teoria di alcuni studiosi della impossibilità per la tradizione orale, mnemonica, di superare periodi di alcune generazioni di illitterarietà, mancanza di scrittura: ciò che è appunto successo tra la fine del periodo miceneo e la prima versione scritta dell'Iliade (circa 400 anni), periodo indicato da questi studiosi come un floating gap.

nota
Simulazioni di esametri nella poesia moderna (ossia far coincidere gli accenti tonici delle parole con gli accenti ritmici dell'esametro) non sono rare: diversi poeti tedeschi e italiani (Carducci) hanno composto in esametri. Ho personalmente ascoltato in una stazione radio araba una poesia scandita in esametri, ma non posso dire se fossero "veri" esametri !

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